NONA CAPPELLA

 

Cappella prima di giuspatronato Mazzoni, poi Facci. Dedicata a S. Giovanni Battista,
S. Zaccaria, S. Elisabetta.

La pala d'altare, in un'ancona coeva di legno intagliato e dorato, raffigura S. Giovanni Battista, S. Zaccaria, S. Anna e altri santi (1532, olio su tela, cm. 300 x 170), ed e opera di Benvenuto Tisi detto il Garofalo, (Rovigo 1481- Ferrara 1559) come attesta anche la firma apposta ("Benvenutus Garofalus / ferrariensis faciebat/ MDXXXIIî).
Al centro della scena Ë seduto su un seggio marmoreo ii vecchio S. Zac-caria; davanti a lui, inginocchiato su uno sgabello, ii Battista giovanetto. Alle spalle di Zaccaria Si intravvedono S. Gioacchino, S. Anna e la Vergine, in piedi; più innanzi e S. Elisabetta piangente e dietro a lei è visibile un uomo barbuto con bambino: forse il committente.
Lo sfondo rappresenta l'interno di un tempio con colonne. Attraverso la porta appare un paesaggio che fa da contorno all'evento messianico in cui S. Giovanni battezza Gesù nel Giordano. I colori i sono vivi e decisi.
Al centro del timpano, un Santo a mezzo busto, di fattura posteriore, fa da cimasa all'ancona che racchiude la pala del Garofalo. Potrebbe trattarsi di S. Paolo (1620-1624 ca. olio su tela, cm. 55 x 50) attribuibile al Cavedone.
In questa cappella, abbellita da festoni e teste d'angeli spiccano due statue di Giovanni Tedeschi, entrambe raffiguranti le Sibille, che comunicano con vivacità e immediatezza la forza del loro simbolismo.

Cappelletta interna: di giuspatronato Belloni, incavata nel muro della facciata.
Dentro la cancellata vi è un'ancona (fine del sec. XVI, cm. 350 x 200) in pietra d'Istria scolpita, dorata e verniciata. Le decorazioni rappresentano fregi d'acanto, testine d'angelo e candelieri. Si tratta di opera con caratteri formigineschi, già esistente nella chiesa
antica. Nella cappella, in un’ancona di macigno, vi è una statua dell'Addolorata.
 
A fianco della porta centrale è murata una lapide in memoria di Giuseppe Montmorency, nobile belga morto nel dicembre del 1529 a Bologna, dove era venuto per l'incoronazione di Carlo V.
Sempre sulla controfacciata, a destra del portale principale, i Canonici incisero su marmo i privilegi loro concessi dall'Imperatore, considerato grande benefattore della congregazione.